venerdì 8 maggio 2009

I 120 anni della Tour Eiffel


I luoghi, le opere d’arte, gli oggetti, “logorati” dalla loro stessa celebrità, si appiattiscono e diventano una sorta di illustrazione a due dimensioni, di figurina.
È una frase tratta dal libro “I segreti di Parigi” del collega - è sì, finalmente posso chiamarlo collega- Corrado Augias. Questo avvertimento ci dice cosa è opportuno “non fare” quando si va in visita di una destinazione sconosciuta. Ho applicato questa osservazione nella mostra “Gustave Eiffel, le magicien du fer” in onore del celebre (architetto o ingegnere?) che ha ideato e realizzato (la famosa?). Dai, questa era facile!
Quante cose sapete della Tour Eiffel? Il 31 marzo ho osservato turisti (fai da te) che hanno aspettato due ore prima di salire e non sapevano nemmeno che quel giorno era il 120esimo compleanno della ferrea. Sono certo della loro ignoranza perché li ho intervistati: non sapevano nulla. Né che era stata costruita in poco più di 27 mesi, né che aveva cambiato colore almeno 4 volte (rosso scuro, ocra, bronzo, marrone). Non avevano sentito della verniciatura settennale, ed ignoravano che l’unico (e ripeto l'unico alla faccia dei nostri imprenditori edili) a perdere la vita sulla Tour Eiffel fosse stato un artista italiano di nome Angelo Scagliotti: una tragica fatalità. Lasciamo poi perdere le dissertazioni sull’altezza: sono 300 metri tondi tondi.
Nel 1900 la dama più famosa di Francia ha rischiato di essere abbattuta! Ma nessun proget
to era alla sua altezza e così la “potente” venne risparmiata. Quando Gustave, l'ingegnere, presentò il progetto, tutto il popolo intellettuale e filosofico di Francia (i francesi sono tutti filosofi) si rivoltò. Perché? Il ferro era un materiale troppo povero per competere con i marmi del Louvre o la cupola dorata des Invalides. E poi si andava a modificare lo skyline della città. Per questo l’ingegnere (e non architetto) è soprannominato il mago del ferro: riuscì a far apprezzare all’accademia del conservatorismo francese la versatilità e il fascino del misero metallo.
Tutto questo potete scoprilo gratuitamente (questa parola è sempre ben gradita) all’Hotel de Ville fino al 29 agosto. Fatevi un giro prima di spararvi due ore e più di coda: vi aiuterà ad apprezzare ogni istante trascordso.