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domenica 22 novembre 2009

E' arrivato il beaujolais




Giovedì 20 ore 0.00: arriva il beaujolais, quello nuovo! Degustatelo dove volete: bar, brasserie, restò, bistrot o cantine. Basta che seguiate religiosamente la tradizione: non un sorso prima di mezzanotte, berlo a 10-11° e soprattutto con ciò che si ama, dalle ostriche ai salumi, dal formaggio di capra al sushi. Nell’attesa potete scaldarvi con il beaujolais-villages o con uno dei 10 cru della stessa appellazione.

giovedì 18 giugno 2009

Vintage d'avanguardia


Consumato, strappato, macchiato, verniciato, riciclato, tinto, usurato e ancora non bastano gli aggettivi per descrivere le nuove proposte della tela de Nimes per l’inverno 2010-2011.
L’expo parigina dedicata al denim è alla ricerca di una nuova parola per descrivere la moda che verrà. Il termine vintage, rubato ai millesimati, è superato. Tele più piccole, alte non più di 75cm, diventano il nuovo filone per incuriosire le case di moda e il cliente della strada. Non importa quale modello scegliate ricordatevi solo queste due parole: indaco e cimosa. I jeans dei nostri nonni già li avevano.

martedì 24 marzo 2009

I parigini non sanno prendere la Metro


È ufficiale: i parigi non sanno prendere la metropolitana. Anzi, non sanno comportarsi nella metro. A confermarlo sono gli adesivi posizionati da qualche giorno dalla RATP* su tutti i finestrini delle carrozze. Due i messaggi:
- Un secondo perso in stazione equivale a un ritardo su tutta la linea.
- Preparare la mia uscita facilita la mia discesa.

Ma dovrebbero mettere molti altri cartelli. Anzi, visto che i parigini adorano leggere dovrebbero distribuire un abbecedario dal titolo: “Come si prende la metro e il Bus a Parigi”.

Il cittadino francofono non ha ancora capito che prima di salire deve permettere alle persone di scendere: magari si libera anche qualche posto.
Chi riesce a conquistarne uno, poi, proprio non arriva ad alzarsi. È usanza, infatti, che con il vagone pieno e a pochi istanti dalla chiusura delle porte, la vecchietta parigina si arrabbi chiedendo insistentemente (ancora da seduta) di uscire perché è arrivata.

Non parliamo poi del sesso maschile. Ok, la galanteria di cedere il posto a sedere ad una donna non è più di moda (siamo tutti molto cafoni) però che diamine se questa è in stato interessante sei proprio un uomo insulso se non lo fai.

Ho assistito questa estate ad una scena fantastica: una donna incinta ma non ancora visibile si avvicina ad un uomo distinto –giacca e cravatta. Gli chiede di farla sedere: in quanto gestante è suo diritto. Lui risponde che non si vede e quindi nega la richiesta. Lei allora gli si avvicina e le dice:”Conard (imbecille), preferisci che ti vomiti addosso?”. Fantastica!!!

W gli adesivi!!!

*(è la società che gestisce i trasporti pubblici dell’Ile de la Cité)

martedì 13 gennaio 2009

I LOVE RIEN I’M PARISIEN


Non mi piace niente: sono parigino
Emblematica espressione che riunisce quasi 900 iscritti della tribù parigina di Facebook.
Parigi città magnifica… ma i parigini! Questa è sovente l’espressione pronunciata da turisti e uomini d’affari interrogati sul loro tour parigino.
Anche l’assessore al turismo della capitale francese ne è consapevole. Organizzò, infatti, durante la scorsa estate l’evento “Paris vous sourit”: Parigi vi sorride. Obiettivo: avvicinare i cittadini ai turisti e aiutarli a scoprire i luoghi inediti della ville.

Tanto lavoro e poi…
Ecco che Facebook organizza un gruppo che seppur con spirito burlesco (ma non troppo) descrive l’atteggiamento dei fortunati parisien.

Non amiamo la techtonik (è un ballo che impazza nei locali under 21), le discoteche, il Metro, le persone che dicono “E’ mezzogiorno”, i cattivi kebab, le feste in maschera, San Silvestro, le serate senza il Krug, le suole bucate, le stoffe che fanno sudare, la legge anti-tabacco, il mojito troppo zuccherato, il catalogo dell’uomo moderno, i maglioni Zadig che piluccano (e che fanno pena), il linguaggio sms per le persone che hanno più di 12 anni, le scarpe a punta quadrata, il cellulare alla cintura, il total look, troppa stampa uccide la stampa, i jeans scoloriti a macchie, i cani in miniatura che non servono a nulla, le copie di Balenciaga e di Louis Vuitton, le donne fiere di essere sposate, i gotici, l’intimo firmato Snoopy, le mutande canguro, le vacanze in campeggio, le camicette, i calzini bianchi, le ciabattine da piscina, i bracciali, le borse a tracolla Eastpack, i bermuda per i ragazzi, Palavas (è un città di mare francese del dipartimento dell’Hérault nella regione Languedoc-Roussillon), le canottiere da uomo, i pantaloni troppo corti, i costumi da bagno troppo attillati, gli anelli al mignolo, Jennyfer (abbigliamento dai 12 ai 25 anni), Etam (grandi magazzini), quelli che chiedono di fare un foto con loro, i provinciali vestiti a festa, gli stranieri in ferie che cercano la strada giusta, i jeans scoloriti artificialmente!!!

Allora? cosa ne pensate? Sono davvero difficili questi parigini!

giovedì 8 gennaio 2009

I lettori di Le Monde e Silvio

(estratto della pagina web di www.lemonde.fr con la classifica dei 60 avvenimenti che i francesi amerebbero dimenticare)


Le Monde, prestigioso quotidiano francese, ha pubblicato nella sua versione on-line una sessantina di avvenimenti del 2008 che i francesi amerebbero dimenticare.
Le prime dieci posizioni del negato consenso francese riguardano eventi legati alla politica; o molto vicini alla politica.
Difficile credere che –ad oggi- al primo posto con 14.419 voti abbia vinto Silvio Berlusconi: la battuta sull’abbronzatura di Obama non è stata apprezzata. È seguito a ruota con uno scarto di circa 300 voti dal litigio di Ségolene Royal, ex candidata presidenziale del partito socialista, con la rivale Martine Aubry. Non ancora digerite le nozze del presidente Sarkozy con la modella Carla Bruni: 12.801 voti. Inseguono la campagna elettorale di Sarah Palin; il bilancio del governo Bush; la visita per così dire "particolare" di Kadhafi a Parigi; la guerra dei capi del partito socialista francese; il regime di Mugabe in Zimbabwe; gli scambi di poltrona tra Poutine e Medvedev.
Dal 10° posto è l’oblio dei fatti economico finanziari a caratterizzare le “franche” scelte: l’antitetico codice etico delle imprese francesi (MEDEF); le autorità del controllo dei mercati finanziari; le razzie dei traders; la frase “I fondamentali sono sani” del ministro dell’economia Christine Lagarde; i proprietari dell’industria dell’automobile americana.
Il resto della classifica è caratterizzato da una grande disomogeneità: i francesi preferiscono il disco di Carla Bruni –piazzatosi al 19°posto-, più dell’ipocrisia dell’occidente sulla questione del Tibet, alla 21esima posizione; al 26° gli amici di Facebook; al 50° la batteria dell’iPhone. Un pizzico di glamour al 42° posto con le ballerine –perché accorciano le gambe- e le blouse che fanno tanto donna incinta.
Chiudono la classifica Google e la serie televisiva Californication.
A sociologi e psicologi l’arduo verdetto di giudicare i risultati…

mercoledì 7 gennaio 2009

Ciak si gira!


(Parigi: Pont des arts - L’indomani della notte passata con il seducente giornalista Cristian, Andy attraversa Parigi per avvertire Miranda del complotto che si prepara alle sue spalle)

Solo i turisti subiscono il fascino di Parigi? I dati delle riprese cinematografiche lo smentiscono. Registi e pubblicitari decretano di anno in anno il successo di visibilità della capitale francese. Il 2008 vede nella totalità 843 riprese contro le 765 del 2007.
I monumenti, le vie, la storia “parisienne” è raccontata mediamente da 9 riprese ogni giorno. Ecco i numeri che legano Parigi al mondo delle immagini: lungo metraggi (110), fiction TV (128), corto metraggi (142), pubblicità (136), foto pubblicitarie (121), documentari (67) e film scolastici (139).
Le produzioni arrivano dall’Inghilterra, dalla Thailandia, dalla Russia, dall’India. Ben 5 film sui 20 stranieri girati nel 2008 arrivano dall’America.
I progetti per il rilancio del cinema parigino del sindaco Bertrand Delanoë e dell’assessore alla cultura Christophe Girard hanno accresciuto il peso parigino a livello internazionale. Le avenue, le piazze e i parchi si sono rivelati sotto una nuova luce: eccoli nella veste d’importanti risorse economiche. Posti di lavoro, impiego in loco di servizi quali elettricisti, montatori, falegnami, architetti, catering, hotel e via discorrendo.
Il successo va cavalcato: anche il parlamento adotta nella finanziaria 2009 un credito d’imposta internazionale in favore dei produttori cinematografici stranieri.
A chi il merito di questo risultato? Paris Film: questa è la struttura “statale” che accoglie, accompagna, consiglia le equipe; coordina e regola i permessi per le riprese nelle vie e nelle aree pubbliche; gestisce le domande d’intervento tecnico per la rimozione temporanea dell’arredo urbano, dei cartelli segnaletici, ecc. Girare un film a Parigi è semplice come un click. Andate su www.parisfilm.fr se non ci credete…

giovedì 20 novembre 2008

Vivere Parigi: una lezione di alta cucina al Ritz


(il primo -di tre piani- in cui è allestita la cucina del Ritz)


Impazzite per i vernissage e per la cucina? Siete innamorati di Parigi? Allora c’è un indirizzo che dovete assolutamente tenere a mente. 38 rue Cambon 75001 Paris: entrate, scendete al piano sotterraneo. L’arte applicata alla gastronomia si svelerà ai vostri occhi. È la cucina del Ritz e la sede della scuola d’Escoffier: fu lui a dare inizio alla nouvelle cuisine (vi racconterò la sua storia un’altra volta). Tre piani d'arte applicate all’accoglienza culinaria: attrezzature per panettieri e pasticcieri, sale per affumicare carni, salmoni e prosciutti. E poi… Un piano con ottanta postazioni artistiche per la felicità dei nostri occhi e dei nostri palati. Tanti infatti sono i cuochi che lavorano per i ristoranti del Ritz. Casseruole in rame e inox, cocotte, sbattitori, griglie, taglieri in massello, spatole, setacci, formine, coltelli. Se venite a Parigi con l’obiettivo di vivere la storia della Ville Lumière allora dovete trascorrere qualche ora in questa sala. Un'ora per provare sulla vostra pelle l’emozione di preparare una pietanza monitorati da un grande cuoco: Pause Ritz Dejeuner. Passare un giovedì sera cucinando il piatto francese che più vi incuriosisce: Autour de. Trascorrere un sabato mattina per definire e sperimentare il cenone di Natale: Samedi du Ritz. Con poche decine di euro tornerete a casa portando con voi un petit morceau –boccone- di Parigi.

giovedì 6 novembre 2008

Gli antipatici Champs-Elysées


69/100 (69 centesimi) questo è il voto che si merita Parigi o meglio: gli Champs-Elysées. La società di ricerche Présence ha infatti testato le 16 più belle vie commerciali del mondo. Parigi è arrivata ultima. Pulizia, ordine, chiarezza, accoglienza nel magazzino: sono molti i criteri che hanno determinato questo brutto risultato. Personale che non si interessa ai clienti e che non si scusa in seguito a lunghe attese. Commessi che litigano tra di loro; clienti importunati da mendicanti; scarse indicazioni sul quartiere: questi i risulti dell’inchiesta effettuata in cinquecento insegne dell’arteria parigina. Luogo che attira ogni giorno dai 300mila ai 800mila visitatori. Volete sapere chi ha vinto la gara? Rodeo Drive a Beverly Hills (84/100), Calle Serrano a Madrid (81/100), Bagdat Avenue a Istanbul (79/100). L’italia? n.n.

mercoledì 5 novembre 2008

L'incomprensibile FIAC di Parigi

(la Demi-poupée, 1972 di Hans Bellmer. Scultura in legno dipinto, 120x40 cm)

Parigi Grand Palais. Dal 23 al 26 di ottobre si è svolta presso il Grand Palais di Parigi la fiera internazionale d’arte contemporanea (FIAC). Domenica mattina ore 9,50. Una fila chilometrica attendeva pazientemente l’apertura del museo commerciale che tanto ha fatto arrabbiare il quotidiano Le Monde: la pagina della cultura ha apertamente criticato le scelte della direzione artistica per aver preferito giovani artisti ai più sicuri vecchi della contemporaneità.
A questo proposito cito un’intervista del 1970 di Bruno Munari: uno dei più famosi architetti e creativi italiani del 900.

“Come mai la nostra epoca dà simili opere d’arte?
Una scatola trasparente piena di dentiere usate.
Un manichino da vetrina verniciato di bianco.
Una macchina che disegna scarabocchi.
Un quadro fatto rovesciando il colore a caso.
Un tubetto di dentifricio grande dodici metri.
Un particolare di un fumetto ingrandito…
Non sarà per caso lo specchio della nostra società?
dove gli incompetenti stanno al posto di comando, dove l’imbroglio è normale, dove i rapporti umani sono falsi e dove la corruzione è regola.”

Mi sono posto la medesima questione passeggiando sotto le surreali arcate del Grand Palais. Mi ha lasciato basito “La demi-poupée” di Hans Bellmer, interdetto il “phol” di Gyan Panchal, annichilito il “Nord” di Vincent Beaurin oppure la “Foot Rest2” di Anthea Hamilton. Qual è la chiave di lettura di queste opere? Che significato hanno? Quale emozione dovrebbero far vibrare?

lunedì 27 ottobre 2008

A PARIGI VIAGGIATE LEGGERI


Viaggiate leggeri: questo è l’unico dictat per chi vuole visitare la città di Vitor Hugo. Parigi è la città a dimensione di turista: l’ufficio del turismo –al 5 di rue des Pyramides- è estremamente attivo per fornire notizie e proporre soluzioni di ogni tipo. A patto che viaggiate leggeri. Perché? La città è piena zeppa di scalini: non esistono praticamente scale mobili in metropolitana e moltissimi palazzi –soprattutto quelli Haussmaniani- non hanno gli ascensori. Anche se lo stile è nato in Francia sappiate che la maggioranza dei francesi non segue la moda o comunque non quella presentata dalle riviste. Davvero, non sto scherzando. Quante belle signore di una certa età ho visto con valigie pesantissime arrancare sulle infinite scale della Ville. Attenzione: nessun parigino vi darà una mano. Scordatevelo! Quindi non preoccupatevi troppo del vostro look e preferite la comodità all’apparenza. Avrete sempre tempo di sfoggiare il vostro ultimo Valentino. Portate al massimo un cambio al giorno: maledirete ogni capo in più che porterete. Siatene certe/i

venerdì 10 ottobre 2008

Tutte le sigle del mondo


I francesi siglano tutto e non spiegano mai il significati. Sigle in ogni dove. Comprendere un articolo di un qualsiasi quotidiano transalpino è davvero complicato: i giornalisti danno tutto per scontato. Ma non bastava la stampa, da qualche mese anche la più famosa M a stelle e strisce ha lanciato un nuovo hambuger: CBO. Vuol dire: Chicken, Bacon, Oignons. Pollo, pancetta e cipolla per chi non mastica bene l’inglese. SFQF: sono folli questi francesi

domenica 24 agosto 2008

Putes e French Gigolo a Parigi


La Parigi degli Champs Elysées, la Parigi della Tour Eiffel, la Parigi del Ritz e quella del Centre Pompidou. Chic, conservatrice, borghese, ordinata, che vota la destra ma è di sinistra; tutta paillettes e champagne. Chi mai penserebbe alla Parigi delle ”putes” di Rue Saint-Denis e dei “french gigolo” della fermata Strasbourg Saint-Denis? Lontano dall’essere perbenista e moralista, adoro i vibranti aforismi dei latini a sfondo sessuale, è davvero etonnant che i nostri cugini d’oltralpe sempre così caché, mostrino a tranquille famiglie di turisti americani, tedeschi, spagnoli ed italiani (dati del centro congressi e turismo di Parigi) le proprie “bellezze nostrane”. Dall’aspetto francese (forse più per abitudine che per nascita), età abbondantemente superiore ai quaranta (direi anche sopra ai 50), abiti attillati per evidenziare le mille rotondità che l’età porta con sé, decoltè prosperosi strozzati da bustini maculati, maquillage teatrale, abbronzatura da invida, unghie da vere leonesse. Direi comunque estremamente discrete nei gesti e nelle movenze.
Evitate, però, di estrarre la macchina fotografica in loro vicinanza: sono pur sempre delle rispettabili signore che pagano le tasse; potrebbero scorticarvi vivi. E soprattutto sono più grandi di voi. Quindi ci vuole rispetto. Ma Parigi non è città tentatrice solo per i maschietti. Anche le femminucce hanno di che soddisfare i bollenti spiriti. Prendete una di queste tre linee della metropolitana: la rossa 4, la violetta 8 o la verde acida 9 e fermatevi a Strasbourg Saint-Denis. Scendendo dal vagone una compagine scomposta di ragazzetti e ragazzotti black vi porgerà la propria carte sussurrandovi: “Essayez un vrai homme”. Ovviamente sul bigliettino da visita troverete un numero di telefono con la pubblicità di fantomatici locali notturni: adescare cieche donne insoddisfatte, di qualunque nazionalità siano, è reato anche in Francia. Scordatevi comunque di incontrare l’American Gigolo francofono o i ballerini black tutto muscoli e olio di mandorle dei locali alla moda parigini. Questi non hanno il becco di un quattrino, sono vestiti in maniera pessima e da come hanno abbordato alcune amiche stanno alla preistoria dello charme francese. Però, si sa che per il servizio che offrono le competenze e le capacità devono essere altre. Il costo? Quanta curiosità! Ho letto su internet che i prezzi partono da 40 euro per le putes. Nessuna info per i black gigolo. Se foste interessate, sapete dove andare!

giovedì 21 agosto 2008

Le anticipazioni autunnali di Parigi


A poche ore dal rientro dalle ferie estive trascorse tra la Valtellina e la Riviera di Ponente azzardo un tour tra le boutiques del 2° arrondissement di Parigi alla ricerca delle nuove tendenze moda dell’autunno.
Si parte dall’Opera Garnier chez Lanvin, casa di borse francese, ma in bellavista troviamo ancora la collezione stiva. Degna di nota è però la pubblicità retrò che funge da allestimento alla vetrina: una rievocazione delle affiche di Razzia e Villemot che resero famosi marchi e città turistiche francesi.
Breve sosta pranzo chez Koba, un piccolissimo ristorante giapponese al 7 di Rue de la Michodiere. Spesso qui si incontrano stilisti e gente della finanza. Dopo un classicissimo sushi e del the al gelsomino si parte all’assalto delle Galeries Lafayette. All’ingresso dell’immenso polo delle moda europeo di Boulevard Haussmann angolo Rue de Mogador troviamo un grande spazio dedicato alle ombrelle di ogni forma colore e funzione. Ne ho provata una con la quale si può giocare anche a golf. Credo che anche la direzione dei magazzini di Mohamed Al-Fayed si sia rassegnata alla fine anticipata dell’estate parigina. Saliamo al piano dei creatori ma… sorpresa, gran parte degli spazi a loro dedicati sono in pieno rifacimento. Per adesso possiamo accontentarci di Dolce & Gabbana, Versace, Ferré, Gucci, Bottega Veneta e pochi altri marchi francesi. Sembra quasi di passeggiare in via Monte Napoleone ma con molti meno turisti. Difficile, praticamente impossibile delineare le nuove tendenze dell’autunno. I grigi, i neri, gli arancioni, i maculati? In pochissimi metri quadrati ho visto tutti i colori della tavolozza che il buon Dio può mettere a disposizione. Molti si copiano, pochi emozionano. Sembra quasi che anche la moda di questo autunno si sia fatta persuadere dall'idea della recessione, dalla paura dell’osare, dalle ristrettezze economiche che sicuramente non fanno capo a chi si può permettere un abito di Versace a più di quattromila euro. I direttori marketing delle casate dovrebbero sapere che la loro clientela non è in target con la crisi economica.
Speriamo che presto Les Galeries possano tornare a regime e mostrarci tutto lo scibile della moda e a quel punto potremo davvero dire se il glamour ha ceduto il posto alla paura.
Uscito con l’amaro in bocca mi dirigo direzione Place Vendome per ammirare le vetrine e le commesse di Rue Faubourg Saint-Honoré. La stanchezza mi assale veloce comeil morso di un sarpente (sarà forse quello di Cavalli) e riesco ad arrivare fino all’ambasciata inglese. Peccato che nel fuori borgo dei creatori ci siano molte più insegne italiane che francesi. A passo lento arrivo fino alla Rue Saint-Honoré, se volete la sorellastra del patinato Faubour. Ma anche qui Goyard, il malletier più elegante di Parigi sta rifacendo le vetrine. Nell’attesa fuori dal negozio un set di grandi valige policrome da viaggio come si usava una volta. Tre negozi su cinque hanno le saracinesche abbassate e degli altri la metà ha ancora il campionario estivo. Pronti al via è però la boutique Paule Ka con la nuova collezione. Tra i neri, i bianchi e i coralli svetta un abitino nero e grigio con un bellissimo fiocco rosso a poco più di seicento euro. Esiste anche la variante con fiocco blu di prussia. Fa molto cattiva ragazza-per bene ma tra i tanti modelli visti in poco più di tre ore di shopping attivo è decisamente il più emozionante. Già dallo scorso anno le fashion-casate si ostinano a proporre abiti in paillettes. Ne ho visti una infinità sui manichini sia nella scorsa stagione sia in quella che si sta aprendo. Peccato non ne abbia mai visto uno indossato. Ma è sempre Paule Ka che presenta l’abitino in paillettes meno cafone che abbia mai visto. Il segreto è il differente diametro delle paillettes e soprattutto il loro effetto satinato. Rue Saint-Honoré dona agli attenti visitatori dei pezzi estremamente pregevoli come le pochette Champagne Vip di Barbara Rihl in alligatore verniciato argento e un delizioso paio di stivali in raso color perla con nastri rosa e punta in cuoio Brisbane Church’s, uno dei modelli più conosciuti della nota marca inglese di calzature.
Volendo fare un resoconto del mio primo pomeriggio passato a raccogliere le idee poco chiare degli stilisti per la stagione autunno inverno 2008-2009 direi con quasi totale sicurezza che i colori più papabili sono: blue di prussia, rosso corallo, nero e grigio. Ma tutti sanno, stilisti compresi, che la tendenza la fanno i consumatori. Dipenderà quindi tutto dal loro umore e da quello dei redattori di moda.

venerdì 4 luglio 2008

Paris vous sourit (contro ogni luogo comune)


PARIGI – certi clichè sono duri a morire, certe idee sono particolarmente tenaci. Certo, Parigi è una città magnifica, e la melodia del suo nome desta ai più emozioni adolescenziali, ma numerose sono le critiche che i turisti le indirizzano. Poco accogliente, sporca, abitata da parigini antipatici e altezzosi. Diversi studi effettuati dagli stessi organi del turismo parigino, e da società indipendenti (TripAdvisor, FastBooking, Sélection du Reader’s Digest) dicono il contrario. A sostenere questa tesi dati alla mano Jean-Claude e Paul Roll rispettivamente presidente e direttore generale dell’ufficio del turismo e dei congressi di Parigi che ieri 3 luglio hanno presentato il progetto “Paris vous sourit” (Parigi vi sorride).
Il sorriso sarà il live motiv che accompagnerà dal 5 al 14 luglio la festa del turismo a Parigi. Una settimana intera dedicata agli scambi tra Parigini e Visitatori perché “il turismo è innanzitutto incontro, è la curiosità e il desiderio di scoprire differenti realtà”. Queste le parole di Jean-Bernard Bros assessore al turismo e ai nuovi media della città di Parigi. Sei i Punti Sorriso dislocati nella Ville lumiere che accoglieranno e aiuteranno i turisti a impossessarsi della città: Place Trocadero, Place de la Madeleine, Place Sorbonne, Place des Abbesses, Champs-Elysées e Palais Royal (place Colette).

Grazie a Pentax, tra gli sponsor ufficiali della manifestazione, sotto ciascuna tenda e durante tutta la settimana un fotografo immortalerà i sorrisi di tutti i turisti che potranno scaricare la propria immagine comodamente da casa al seguente indiretto internet www.parisinfo.com/parisvoussourit.

A piedi, in bus, in mongolfiera, con la 2CV, in treno o in battello, tanti i modi per scoprire la città.
La Chasse aux trésors (caccia al tesoro) del 5 luglio darà il via alle tantissime iniziative che gli ambasciatori del turismo parigino hanno organizzato fino ai festeggiamenti del 14 luglio, data storica della presa della Bastiglia: riduzioni negli hotel, offerte speciali nei grandi magazzini, degustazioni di vini, balli a tema, visite guidate, e tanto altro. In contemporanea lo Stade de France si trasformerà in una imparagonabile discoteca all’aperto con i DJ più famosi del palcoscenico musicale. Lunedì 7 alle ore 9,30 davanti all’Arc de Trionphe 300 turisti e cittadini disposti a modo di un sorriso verranno immortalati dall’alto per lanciare il messaggio: “Parigi vi sorride”. Il museo Carnevalet propone “Les Parisiennes de Kiraz”, prima retrospettiva del dell’illustratore franco egiziano Kiraz che ha reso celebre lo stile delle donna parigina. Gli amanti della musica e del ballo potranno godersi il Paris jazz festival, tra gli ospiti ci sarà anche Dianne Reeves, e la Nuite Espagnole con serate dedicate fino al 31 agosto al flamenco e alla cultura popolare spagnola. L’Hotel de ville trasformerà il suo sagrato in un grande Jardin éphémère, con uno stagno, e tante collinette verdi di piante rare. Le piazze, i parchi, i giardini della regione parigina si animeranno con danze, concerti e attività circensi grazie al Festival Paris quartier d’été. Schermi giganti animeranno il Parc de la Villette con la proiezione dei grandi classici del cinema. Il 13 e il 14 luglio i pompieri di Parigi apriranno le porte delle caserme per offrire aperitivi e lezioni di ballo. E poi ancora il Museo del vino, le passeggiate dei sensi, l’arte di vivere alla parigina, la scuola francese di cortesia, alla scoperta di Dali, il kit shopping delle Galeries Lafayette, le serate del Lido. E per chi volesse ammirare i fuochi d’artificio del 14 luglio dalla terrazza di un appartamento parigino potrà semplicemente farlo contattando la Federazione delle Chambre d’Hotes (FPPCH).
Tutte le iniziative giorno per giorno si possono scoprire su www.parisinfo.com

venerdì 27 giugno 2008

A Parigi è arrivato il VOGUEO


Voguéo, il nuovo servizio di trasporto pubblico dell’Ile de France
Ha un nome simpatico, utile per i Francilien (gli abitanti dell’Ile-de-France) e per i turisti, regalerà scorci fino ad ora nascosti ai più. Si chiama Voguéo con l’accento acuto sulla “e”. È la navetta fluviale che dalle ore 16 del 28 giugno 2008 serve la zona est di Parigi. Il nuovo servizio di trasporto pubblico della Stif (Syndicat des transports d’Ile de France), l’autorità che gestisce il trasporto pubblico della regione parigina, funzionerà 365 giorni all’anno con gli stessi orari degli altri mezzi. Senna permettendo però! Durante la settimana la navetta partirà ogni venti minuti (trenta minuti la domenica e i festivi) dalla Gare d’Austerlitz, farà poi tappa alla Biblioteca Francois Mitterrand (all’andata), Bercy (al ritorno), Ivry Pont Mandela e la scuola vererinaria di Maisons-Alfort.
Il servizio è partito con qualche settimana di ritardo rispetto ai piani della Stif ma questo per garantire un miglior accesso al servizio. Le imbarcazioni, infatti, sono state modificate in maniera tale da poter offrire ai viaggiatori gli standard degli altri servizi della regione. Vetrate ingrandite per rendere le navette più luminose, poltroncine più comode e uno spazio esterno per farsi accarezzare dalla brezza. Per i viaggiatori occasionali il costo del biglietto è di 3 euro. La navetta può essere presa anche con un regolare abbonamento Navigo, quello della rete metropolitana parigina per intenderci.

www.stif.fr

La Fenice dell'Hotel Royal Monceau a Parigi


Ceck list del Demolition Party: caschetto, guanti da lovoro, martello (meglio se pneumatico), scalpello, mascherina (si farà un sacco di polvere), smoking.
Direi che ho tutto. Posso andare anch’io alla esclusivisissima serata di demolizione del Royal Monceau, un vecchio hotel di lusso aperto nel lontano 1926 in Avenue Hoche a pochi passi dall’Arc de Triofe a Parigi. Il tempo passa, lo stile pure, ed il nuovo proprietario, Alexandre Allard, ha voluto affidare la rinascita di una piccola scheggia della storia parisienne a Philippe Starck, poliedrico designer già interprete del risveglio dell’hotel Meurice di rue de Rivoli.
Sarà una grande performance artistica spazio temporale. Cineprese e macchine fotografiche saranno pronte ormai da giorni per riprendere una singola martellata; non dubito che l’onore (leggetelo come volete) di infliggere il primo colpo sarà dato a qualche abitué del Royal Monceau. Come la Fenice questo hotel che ha passato indenne il XX secolo rinascerà dalle proprie ceneri dopo la morte datagli questa sera dalla Crème della Ville Lumière. Un condannato a morte di ottantanni si spegnerà questa sera, 26 giugno 2008, sotto i brindisi di allegri demolitori. Con la stessa inerme staticità delle vittime di Arancia Meccanica l’hotel soccomberà sotto sorrisi schiamazzi e urletti di ineffabile violenza.
L’operosità e la scienza degli artigiani di inizio secolo verrà cancellata senza lasciare alcuna memoria.

Chissà se l’ideatore di questa iniziativa si comporterà alla stessa maniera al compimento del suo ottantesimo compleanno. È noto che gli alloggi siano sempre meno nelle grandi città. Allora perché non organizzare un calorosissimo Nonno Demolition Party. Trai piccoli nipotini ereditieri, quello che gli sferzerà il colpo fatale potrà stabilirsi con tutta la famiglia nella dimora del nonnino. Il tempo passa lo stile pure e così anche i proprietari.

martedì 27 maggio 2008

Caro vicino... Ti faccio la festa!

PARIGI - Domani, quasi 6 milioni di Francesi si troveranno per condividere una torta salata e brindare con del buon Bordeaux alla Festa del Vicino. La Manifestazione nasce nel 1999 su iniziativa dell'associazione Paris d'Amis, composta da un gruppo di amici del 17esimo arrondissement di Parigi. Il successo è immediato e otto anni più tardi, circa 7,5 milioni di Europei allargano la festa a circa 700 città. La Festa del Vicino vuole sensibilizzare la conoscenza tra gli abitanti di uno stesso palazzo, dare forza ai legami contro l'isolamento dell'individuo e incentivare il mutuo soccorso. «Il vicino deve diventare il terzo pilastro della solidarietà insieme alla famiglia e alle istituzioni». Queste le parole di Atanase Périfan, tra le prime promotrici della festa che oggi con il sostegno del ministro dell'Abitazione Christine Boutin, lancia la nuova associazione Voisins Solidaires. Lo slogan scelto per i prossimi dodici mesi è "Les Bons côtés d'être à côté" (I vantaggi di essere vicini). Poter contare in ogni condominio su dei meneur, responsabili, al 100 per cento solidali e ambasciatori del saper vivere insieme. Uomini e donne pronti a leggere la posta al vicino cieco, a fare una torta per il compleanno dell'ultimo arrivato, a condividere la propria wi-fi con i vicini che non hanno i mezzi per accedere a Internet o a preparare la zuppa per il nonno del palazzo. Con queste iniziative e con la pubblicazione di una guida sul vicino solidale si vuole aiutare il cittadino metropolitano a non aver più paura del prossimo, ad abbandonare la diffidenza dell'altro per vivere meglio.

sabato 10 maggio 2008

Quick - Paris Gare du Nord: quanta informazione!


Se siete maniaci dell’informazione dovete ordinare un pasto veloce da Quick, Quality Burger Restaurant, la catena francese di fast food. Il treno della persona che aspettavo era in ritardo di 40 minuti, la fame avanzava inesorabile e allora ho pensato di placarla con un velocissimo sandwich dalle fattezze a stelle e strisce. Per 6 euro e 10 centesimi a meno di 5 minuti dal mio ingesso nel restaurant (ore 21,52) mi viene consegnato il mio menù. La sorpresa? Lo scontrino. Ho scoperto che mi ha servito la Signorina Jing salariée n°52, che il mio è stato il pasto n°6.220 ma soprattutto che per andare alla toilette il mio codice è A511B. Niente panino, niente codice... niente pipì!

giovedì 8 maggio 2008

Picnic in centro a Parigi: Pont des Arts


Il picnic a Parigi è un’istituzione. Gli ingredienti essenziali sono: sole (evento raro nella Parigi dell’ottavo anno del nuovo millennio), una temperatura di almeno 18 gradi, uno spazio non percorso da macchine (fortunatamente c’è l’imbarazzo della scelta) e almeno due ore di tempo libero. Al Parco des Buttes Chaumont, al Jardin des Tuileries, alle pendici della Tour Eiffel, al Jardin du Luxembourg, qualcuno ipotizza anche al cimitero di Père Lachaise tra i ricordi marmorei di Jim Morrison, Marcel Proust e Moliere, l’importante è avere voglia di farsi accarezzare dal sole. Ma chi volesse banchettare sulle acque della Senna non può non fare tappa al Pont des Arts. Un recentissimo ponte di legno accessibile da Quai de Conti (rive gauche) o da Quai François Mitterand (rive droite). La vista è superba. Seguendo lo scorrere delle acque avrete alle vostre spalle l’Ile de la Cité, a sinistra l’Ecole Superieure des Beaux Arts del 6°arrondissement, di fronte la Tour Eiffel e a sinistra nel 1°arrondissement il Louvre. Praticamente nel centro della Ville Lumiere. Più branché di così c’è solo il picnic nel giardino del Ritz, 15 Place de Vendôme. ESCLUSIVISSIMO

Il fantasma dell’Hotel de Ville


Dopo quasi un secolo Gaston Leroux ne avrebbe di che scrivere! Il reporter e romanziere parigino che elaborò nel 1910 Le Fantôme dell’Opera troverebbe nei corridoi che collegano la linea 1 alla linea 11 della Metro fermata Hotel de Ville centinaia e centinaia di scritte. Versi e poi versi di poesie buttate giù in matita con tratto da pittore impressionista. Parole che decorano finemente e con cura maniacale le affiche pubblicitarie di grande formato. Sconosciuto però l’autore, l’artista, il poeta. Gli addetti della pubblicità della RATP che settimanalmente installano i giganteschi promemoria del consumismo di massa dicono di non conoscere la mano malfattrice. Nemmeno il manganello dell’intollerante polizia della metro ha mai bacchettato la mano criminale. Molti però, di quelli che la metropolitana la vivono, si fermano per leggere qua e là i versi che animano come linfa i manifesti policromi dei prodotti. Un diversivo, un break, un gazzettino del surreale che giorno dopo giorno aiuta i clienti della carta “navigo” a far viaggiare il proprio spirito.
Chissà se questo nuovo Keith Haring della poesia del XXI secolo darà prima il La a qualche romanziere in erba o a qualche cineasta francese per continuare a farci sognare.