giovedì 8 maggio 2008

Il fantasma dell’Hotel de Ville


Dopo quasi un secolo Gaston Leroux ne avrebbe di che scrivere! Il reporter e romanziere parigino che elaborò nel 1910 Le Fantôme dell’Opera troverebbe nei corridoi che collegano la linea 1 alla linea 11 della Metro fermata Hotel de Ville centinaia e centinaia di scritte. Versi e poi versi di poesie buttate giù in matita con tratto da pittore impressionista. Parole che decorano finemente e con cura maniacale le affiche pubblicitarie di grande formato. Sconosciuto però l’autore, l’artista, il poeta. Gli addetti della pubblicità della RATP che settimanalmente installano i giganteschi promemoria del consumismo di massa dicono di non conoscere la mano malfattrice. Nemmeno il manganello dell’intollerante polizia della metro ha mai bacchettato la mano criminale. Molti però, di quelli che la metropolitana la vivono, si fermano per leggere qua e là i versi che animano come linfa i manifesti policromi dei prodotti. Un diversivo, un break, un gazzettino del surreale che giorno dopo giorno aiuta i clienti della carta “navigo” a far viaggiare il proprio spirito.
Chissà se questo nuovo Keith Haring della poesia del XXI secolo darà prima il La a qualche romanziere in erba o a qualche cineasta francese per continuare a farci sognare.

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