venerdì 27 giugno 2008

Quando il ristorante di quartiere non vuol dire qualità.


Mangiar bene nel 19 arrondissement di Parigi non è cosa facile. Attorno ad uno dei più grandi parchi della Ville, il parco Buttes-Chaumont, è difficile trovare ristoranti degni del loro nome. Sarà perché le “deliziose collinette verdi, i laghetti, e i sentieri creati per il piacere dei sudditi di Napoleone III” non ispirano gli chef francesi. Sarà forse perché il parco era stato creato “per far dimenticare che su uno dei monticelli un tempo c’era la forca per i condannati a morte”? La cucina nel complesso non è malvagia, ma forse ci vorrebbe qualche cuoco in più e decisamente maggiori competenze. Perdonatemi, non ho analizzato la procedura per ottenere la licenza francese di ristorazione, ma parte dei ristoranti da me visitati dovrebbero chiamarsi in ben altra maniera. Design a parte, fortunatamente in alcuni è l’unico punto a favore come nel caso del Mon Oncle al 2 di rue Pradier, la maestria della cucina francese è totalmente assente. Posate non lavate, questo è il caso del Chapeau Melon al 92 di rue Rébéval, camerieri impacciati o peggio scostanti, cuochi che assaggiano la zuppa con il mestolo che usano per servire le portate. E' vero, lo fanno in molti… ma almeno il Sig Olivier Camus (cuoco-proprietario del Chapeau Melon) dovrebbe chiudere le porte della cucina. E mi raccomando, telefonate prima di recarvi e comunque non presentatevi dopo le 21,30 di sera altrimenti rimarrete a bocca asciutta. Sono andato al ristorante Zoé Bouillon per ben tre volte e non sono mai riuscito a sedermi a tavola: troppo tardi, carenza di personale, pietanze terminate. No Comment. Vero è che si tratta di ristoranti di quartiere, ma questo non li può esimere dal garantire quello che gli uomini di marketing identificano con le caratteristiche igieniche del prodotto/servizio: pulizia, prodotti di qualità, accoglienza.
Si salva senza dubbio, anzi svetta senza eguali, il bristrot Il Faitout (nella foto), in avenue Simon Bolivar. Stile art decò, personale gentile, cuochi estrosi che propongono quotidianamente piatti nuovi e freschi. Andateci anche solo per il caffè. Ecco quello non è paragonabile a quello che vi potrebbe preparare anche il peggiore dei bar italiani, ma con l’aggiunta dello sciroppo Manin prende tutto un’altra poesia.
Prima di concludere il mondo della ristorazione del 19° dovrei parlarvi del ristorante Papillon Puebla del nostro chef italiano Vincenzo Cozzoli. È il ristorante credo più calmo di Parigi dato che si trova all’interno del Parco. Non ho ancora avuto piacere di sedermi alla sua terrazza, ma sono sinceramente sconvolto dal parco macchine del suo guardiano. La sera, quando rientro a casa, lo vedo sempre con una vettura differente: Mercedes, BMW X5, Jaguard, Porche, ecc.
Cercasi disperatamente ristorante!!!

A Parigi è arrivato il VOGUEO


Voguéo, il nuovo servizio di trasporto pubblico dell’Ile de France
Ha un nome simpatico, utile per i Francilien (gli abitanti dell’Ile-de-France) e per i turisti, regalerà scorci fino ad ora nascosti ai più. Si chiama Voguéo con l’accento acuto sulla “e”. È la navetta fluviale che dalle ore 16 del 28 giugno 2008 serve la zona est di Parigi. Il nuovo servizio di trasporto pubblico della Stif (Syndicat des transports d’Ile de France), l’autorità che gestisce il trasporto pubblico della regione parigina, funzionerà 365 giorni all’anno con gli stessi orari degli altri mezzi. Senna permettendo però! Durante la settimana la navetta partirà ogni venti minuti (trenta minuti la domenica e i festivi) dalla Gare d’Austerlitz, farà poi tappa alla Biblioteca Francois Mitterrand (all’andata), Bercy (al ritorno), Ivry Pont Mandela e la scuola vererinaria di Maisons-Alfort.
Il servizio è partito con qualche settimana di ritardo rispetto ai piani della Stif ma questo per garantire un miglior accesso al servizio. Le imbarcazioni, infatti, sono state modificate in maniera tale da poter offrire ai viaggiatori gli standard degli altri servizi della regione. Vetrate ingrandite per rendere le navette più luminose, poltroncine più comode e uno spazio esterno per farsi accarezzare dalla brezza. Per i viaggiatori occasionali il costo del biglietto è di 3 euro. La navetta può essere presa anche con un regolare abbonamento Navigo, quello della rete metropolitana parigina per intenderci.

www.stif.fr

La Fenice dell'Hotel Royal Monceau a Parigi


Ceck list del Demolition Party: caschetto, guanti da lovoro, martello (meglio se pneumatico), scalpello, mascherina (si farà un sacco di polvere), smoking.
Direi che ho tutto. Posso andare anch’io alla esclusivisissima serata di demolizione del Royal Monceau, un vecchio hotel di lusso aperto nel lontano 1926 in Avenue Hoche a pochi passi dall’Arc de Triofe a Parigi. Il tempo passa, lo stile pure, ed il nuovo proprietario, Alexandre Allard, ha voluto affidare la rinascita di una piccola scheggia della storia parisienne a Philippe Starck, poliedrico designer già interprete del risveglio dell’hotel Meurice di rue de Rivoli.
Sarà una grande performance artistica spazio temporale. Cineprese e macchine fotografiche saranno pronte ormai da giorni per riprendere una singola martellata; non dubito che l’onore (leggetelo come volete) di infliggere il primo colpo sarà dato a qualche abitué del Royal Monceau. Come la Fenice questo hotel che ha passato indenne il XX secolo rinascerà dalle proprie ceneri dopo la morte datagli questa sera dalla Crème della Ville Lumière. Un condannato a morte di ottantanni si spegnerà questa sera, 26 giugno 2008, sotto i brindisi di allegri demolitori. Con la stessa inerme staticità delle vittime di Arancia Meccanica l’hotel soccomberà sotto sorrisi schiamazzi e urletti di ineffabile violenza.
L’operosità e la scienza degli artigiani di inizio secolo verrà cancellata senza lasciare alcuna memoria.

Chissà se l’ideatore di questa iniziativa si comporterà alla stessa maniera al compimento del suo ottantesimo compleanno. È noto che gli alloggi siano sempre meno nelle grandi città. Allora perché non organizzare un calorosissimo Nonno Demolition Party. Trai piccoli nipotini ereditieri, quello che gli sferzerà il colpo fatale potrà stabilirsi con tutta la famiglia nella dimora del nonnino. Il tempo passa lo stile pure e così anche i proprietari.

martedì 24 giugno 2008

Sarkozy rientra da Israele per dare la notizia. Conferenza stampa d'eccezione all'Elysée


Paris 24 Giugno 2008: una conferenza stampa d'eccezione é stata organizzata oggi 24 giugno al Palazzo dell’Eliseo dal Presidente della Republique Français Nicola Sarkozy accompagnato dalla quasi francese Carletta Bruni. Alla conferenza presente anche una nutrita delegazione del governo italiano: del resto quando c’è da andare in giro non c’è decreto legge che regga.
Ma quale il motivo che ha richiamato i più importanti reporter francesi e corrispondenti stranieri a Parigi?
Prende la parola Nik visibilmente commosso: "On aura bientôt un nouveau petite français de sang italien juste après Noel". Ma la Carletta ex-nazionale (tre mesi fa ha chiesto la cittadinanza francese) spintona il marito di ferro rubando il microfono: “Mio marito Nik come al solito, un po’ troppo nazionalista, voleva dire che i nostri Vivian e Matteo saranno presto genitori e il loro bambino sarà figlio della Francia".
Una voce dalla delegazione italiana si alza, è il nostro Presidente del Consiglio (ha dimenticato i tacchi in hotel): “Mi consenta ma debbo dissentire. Anche se è noto ai più che me ne
fotto regolarmente della Costituzione questa volta sono felice di dire che il pupo sarà cittadino italiano per nascita”.
Mara Carfagna, Ministro gnocca senza portafoglio (tanto a cosa le serve il portafoglio, bella com’é le offrono sempre da magna’) chiede perché i due futuri genitori abbiano scelto l'Hexagone per accrescere la famiglia. Alla domanda risponde sinceramente meravigliato il futuro padre Matteo Dall’Ava: “Abbiamo scelto la Francia perché qui la tv é orribile. Ci sono un sacco di programmi culturali, di documentari e quindi ci annoiavamo davvero tanto e quindi... E quindi il resto lo capire anche voi. In Italia invece abbiamo le veline, Lucignolo, Nonsolomoda e Camera Caffè così non si può pensare di trovare del tempo anche per “
far cose”. Berlusconi preso dalla sua isteria persecutoria esclama: “E’ sempre colpa mia”. Intanto il Ministro per le politiche sociali Sacconi prende nota:”Meno veline più Vespa”.
Dall’Ava si accascia per terra bruscamente interrotto con un colpo nelle palle dalla moglie:
“Scusatelo é il solito
superficiale. Il pupo nascerà qui perché lavoriamo qui e poi in Francia tutto è gratis. Il Ministro della Salute (che poi è lo stesso delle politiche sociali) chiede spiegazione. Replica la femme rouge (Vivian): “Vede Ministro qui anche se non sei in politica hai un sacco di privilegi. É tutto pagato dalla mutua e dall'assicurazione. Visite mediche, ospedale, asilo e poi il mio capo era contento quando lo ha saputo. In Italia avrebbe traslocato l’azienda pur di far perdere le sue tracce. Qui posso fare anche l’epidurale senza sentirmi dire dall’ostetrica e dal prete del quartiere che sono una madre snaturata solo perché preferisco non morire di dolore”.
Partono dalle retrovie i cori dei fan arrivati a Parigi ad aprile con gli autobus messi a disposizione della Moratti, Sindaco di Milano, per la votazione dell’Expo 2015 e poi lasciati qui perché il budget era terminato: “Poo poropoporoooo po poropoporo”.
Il Ministro Franco Frattini accompagnato dal sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia Craxi (tanti nomi per far passare in secondo ordine il cognome?) e dal divino portavoce Otelma annuncia che il pupo o pupa (ancora è presto per dire il sesso) nascerà entro il 7 Gennaio 2009. Il Ministro per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi, anche lui senza portafoglio (ma per altri motivi), conclude la conferenza dicendo che era previsto un decreto legge, poi trasformato in Disegno di Legge (perché Napoletano si era incazzato) per l’attuazione di una nuova Festa Nazionale dedicata al nascituro.