martedì 13 gennaio 2009

I LOVE RIEN I’M PARISIEN


Non mi piace niente: sono parigino
Emblematica espressione che riunisce quasi 900 iscritti della tribù parigina di Facebook.
Parigi città magnifica… ma i parigini! Questa è sovente l’espressione pronunciata da turisti e uomini d’affari interrogati sul loro tour parigino.
Anche l’assessore al turismo della capitale francese ne è consapevole. Organizzò, infatti, durante la scorsa estate l’evento “Paris vous sourit”: Parigi vi sorride. Obiettivo: avvicinare i cittadini ai turisti e aiutarli a scoprire i luoghi inediti della ville.

Tanto lavoro e poi…
Ecco che Facebook organizza un gruppo che seppur con spirito burlesco (ma non troppo) descrive l’atteggiamento dei fortunati parisien.

Non amiamo la techtonik (è un ballo che impazza nei locali under 21), le discoteche, il Metro, le persone che dicono “E’ mezzogiorno”, i cattivi kebab, le feste in maschera, San Silvestro, le serate senza il Krug, le suole bucate, le stoffe che fanno sudare, la legge anti-tabacco, il mojito troppo zuccherato, il catalogo dell’uomo moderno, i maglioni Zadig che piluccano (e che fanno pena), il linguaggio sms per le persone che hanno più di 12 anni, le scarpe a punta quadrata, il cellulare alla cintura, il total look, troppa stampa uccide la stampa, i jeans scoloriti a macchie, i cani in miniatura che non servono a nulla, le copie di Balenciaga e di Louis Vuitton, le donne fiere di essere sposate, i gotici, l’intimo firmato Snoopy, le mutande canguro, le vacanze in campeggio, le camicette, i calzini bianchi, le ciabattine da piscina, i bracciali, le borse a tracolla Eastpack, i bermuda per i ragazzi, Palavas (è un città di mare francese del dipartimento dell’Hérault nella regione Languedoc-Roussillon), le canottiere da uomo, i pantaloni troppo corti, i costumi da bagno troppo attillati, gli anelli al mignolo, Jennyfer (abbigliamento dai 12 ai 25 anni), Etam (grandi magazzini), quelli che chiedono di fare un foto con loro, i provinciali vestiti a festa, gli stranieri in ferie che cercano la strada giusta, i jeans scoloriti artificialmente!!!

Allora? cosa ne pensate? Sono davvero difficili questi parigini!

A letto alle 10!

Tutti a letto alle dieci: lo ha deciso il comune di Parigi che a partire dall’otto gennaio ha preso l’impegno di spegnere due ore prima le luci della città.
In queste ultime settimane il termometro ha bucato la linea dello zero e si è sovente posizionato trai -8 e -10 gradi.
Tanti appartamenti sono riscaldati elettricamente e questo ha comportato un forte aumento della domanda di elettricità. Nella paura di rischiare un blocco totale della fornitura il sindaco Bertrand Delanoë ha deciso di dare il buon esempio spegnendo prima della mezzanotte i riflettori che illuminano le bellezze della sua città.
Ha chiesto ai parigini un ulteriore sforzo: spegnere sempre la luce uscendo da un locale; moderare l’uso di elettrodomestici; limitare la temperatura a 19 gradi.
Le raccomandazioni si sono estese anche ai commercianti invitati a spegnere prima le proprie insegne, le luci delle vetrine e le luminarie natalizie.

Se avete in programma una passeggiata notturna dopo le 22, portatevi una torcia!

giovedì 8 gennaio 2009

I lettori di Le Monde e Silvio

(estratto della pagina web di www.lemonde.fr con la classifica dei 60 avvenimenti che i francesi amerebbero dimenticare)


Le Monde, prestigioso quotidiano francese, ha pubblicato nella sua versione on-line una sessantina di avvenimenti del 2008 che i francesi amerebbero dimenticare.
Le prime dieci posizioni del negato consenso francese riguardano eventi legati alla politica; o molto vicini alla politica.
Difficile credere che –ad oggi- al primo posto con 14.419 voti abbia vinto Silvio Berlusconi: la battuta sull’abbronzatura di Obama non è stata apprezzata. È seguito a ruota con uno scarto di circa 300 voti dal litigio di Ségolene Royal, ex candidata presidenziale del partito socialista, con la rivale Martine Aubry. Non ancora digerite le nozze del presidente Sarkozy con la modella Carla Bruni: 12.801 voti. Inseguono la campagna elettorale di Sarah Palin; il bilancio del governo Bush; la visita per così dire "particolare" di Kadhafi a Parigi; la guerra dei capi del partito socialista francese; il regime di Mugabe in Zimbabwe; gli scambi di poltrona tra Poutine e Medvedev.
Dal 10° posto è l’oblio dei fatti economico finanziari a caratterizzare le “franche” scelte: l’antitetico codice etico delle imprese francesi (MEDEF); le autorità del controllo dei mercati finanziari; le razzie dei traders; la frase “I fondamentali sono sani” del ministro dell’economia Christine Lagarde; i proprietari dell’industria dell’automobile americana.
Il resto della classifica è caratterizzato da una grande disomogeneità: i francesi preferiscono il disco di Carla Bruni –piazzatosi al 19°posto-, più dell’ipocrisia dell’occidente sulla questione del Tibet, alla 21esima posizione; al 26° gli amici di Facebook; al 50° la batteria dell’iPhone. Un pizzico di glamour al 42° posto con le ballerine –perché accorciano le gambe- e le blouse che fanno tanto donna incinta.
Chiudono la classifica Google e la serie televisiva Californication.
A sociologi e psicologi l’arduo verdetto di giudicare i risultati…

mercoledì 7 gennaio 2009

Ciak si gira!


(Parigi: Pont des arts - L’indomani della notte passata con il seducente giornalista Cristian, Andy attraversa Parigi per avvertire Miranda del complotto che si prepara alle sue spalle)

Solo i turisti subiscono il fascino di Parigi? I dati delle riprese cinematografiche lo smentiscono. Registi e pubblicitari decretano di anno in anno il successo di visibilità della capitale francese. Il 2008 vede nella totalità 843 riprese contro le 765 del 2007.
I monumenti, le vie, la storia “parisienne” è raccontata mediamente da 9 riprese ogni giorno. Ecco i numeri che legano Parigi al mondo delle immagini: lungo metraggi (110), fiction TV (128), corto metraggi (142), pubblicità (136), foto pubblicitarie (121), documentari (67) e film scolastici (139).
Le produzioni arrivano dall’Inghilterra, dalla Thailandia, dalla Russia, dall’India. Ben 5 film sui 20 stranieri girati nel 2008 arrivano dall’America.
I progetti per il rilancio del cinema parigino del sindaco Bertrand Delanoë e dell’assessore alla cultura Christophe Girard hanno accresciuto il peso parigino a livello internazionale. Le avenue, le piazze e i parchi si sono rivelati sotto una nuova luce: eccoli nella veste d’importanti risorse economiche. Posti di lavoro, impiego in loco di servizi quali elettricisti, montatori, falegnami, architetti, catering, hotel e via discorrendo.
Il successo va cavalcato: anche il parlamento adotta nella finanziaria 2009 un credito d’imposta internazionale in favore dei produttori cinematografici stranieri.
A chi il merito di questo risultato? Paris Film: questa è la struttura “statale” che accoglie, accompagna, consiglia le equipe; coordina e regola i permessi per le riprese nelle vie e nelle aree pubbliche; gestisce le domande d’intervento tecnico per la rimozione temporanea dell’arredo urbano, dei cartelli segnaletici, ecc. Girare un film a Parigi è semplice come un click. Andate su www.parisfilm.fr se non ci credete…