martedì 27 maggio 2008

Caro vicino... Ti faccio la festa!

PARIGI - Domani, quasi 6 milioni di Francesi si troveranno per condividere una torta salata e brindare con del buon Bordeaux alla Festa del Vicino. La Manifestazione nasce nel 1999 su iniziativa dell'associazione Paris d'Amis, composta da un gruppo di amici del 17esimo arrondissement di Parigi. Il successo è immediato e otto anni più tardi, circa 7,5 milioni di Europei allargano la festa a circa 700 città. La Festa del Vicino vuole sensibilizzare la conoscenza tra gli abitanti di uno stesso palazzo, dare forza ai legami contro l'isolamento dell'individuo e incentivare il mutuo soccorso. «Il vicino deve diventare il terzo pilastro della solidarietà insieme alla famiglia e alle istituzioni». Queste le parole di Atanase Périfan, tra le prime promotrici della festa che oggi con il sostegno del ministro dell'Abitazione Christine Boutin, lancia la nuova associazione Voisins Solidaires. Lo slogan scelto per i prossimi dodici mesi è "Les Bons côtés d'être à côté" (I vantaggi di essere vicini). Poter contare in ogni condominio su dei meneur, responsabili, al 100 per cento solidali e ambasciatori del saper vivere insieme. Uomini e donne pronti a leggere la posta al vicino cieco, a fare una torta per il compleanno dell'ultimo arrivato, a condividere la propria wi-fi con i vicini che non hanno i mezzi per accedere a Internet o a preparare la zuppa per il nonno del palazzo. Con queste iniziative e con la pubblicazione di una guida sul vicino solidale si vuole aiutare il cittadino metropolitano a non aver più paura del prossimo, ad abbandonare la diffidenza dell'altro per vivere meglio.

lunedì 26 maggio 2008

Parigi-Hotel de Crillon: dove la storia è attualità


Coordinare produzione, vendite e servizi alla clientela, scegliere nuovi partner, fare Pierre ad alti livelli, presentare una nuova sceneggiatura: l’hotel de Crillon è il luogo dove tutto ciò accade con una naturalezza darwiniana. Quella che, nella prima metà del Settecento, fu Place Louis XV poi divenuta la piazza più celebre del mondo, Place de la Concorde, ha visto i natali di questo sontuoso hotel particulier, tipica costruzione dell’aristocrazia francese datata 18esimo secolo. Dal 1758, la grande corte e il patio hanno ospitato la Storia. Qui, nel 1770, si sposò Luigi XVI; nel 1778 Benjamin Franklin, Arthur Lee e Gérard Conrad firmarono l’Atto d’Indipendenza degli Stati Uniti; sempre qui, nel 1919, nacque la Società delle Nazioni, oggi ONU. Quali altri grossi eventi economici e politici si stiano compiendo in questo rifugio storico non ci è dato sapere. La privacy al primo posto. Ma di sicuro, tra gli ospiti, è facile incontrare personaggi dello spettacolo internazionale come Monica Bellucci, John Travolta, sportivi come Zinedine Zidane, Roger Federer, capi di Stato e ministri. Odierna sala da pranzo di manager parigini che trovano in questo ambiente la giusta atmosfera per pranzi d’affari e tête à tête dirigenziali, l’hotel de Crillon offre il giusto compromesso tra la confusione delle brasserie e l’aria impettita dei ristoranti stellati. Il pranzo, come sintesi dell’arte della formule (piccolo antipasto, piatto unico, bevanda e caffé) e della cura dei dettagli, ha conquistato i favori delle regine della gioielleria come Agnes Cromback, e Natalie Bader, rispettivamente presidente di Tiffany & Co e Fred. Professionisti, agenti dello spettacolo, designer e politici amano trascorrere in questa bolla di lusso intrisa di vita qualche istante d’evasione per recuperare le energie, mettere in ordine le idee e ributtarsi nella mischia. A loro disposizione tre spazi d’eccezione: il Bar Crillon, le Jardin d’Hiver e il Patio.

Hotel de Crillon
10, Place de la Concorde
75008 Parigi

giovedì 22 maggio 2008

Francia-Parigi: il risveglio dell’Hotel Meurice


“L’Hotel Le Meurice era come la bella addormentata nel bosco, bella, elegante, romantica, classica, senza tempo… e anche lentamente assopita. Ma un principe, non proprio azzurro, è venuta a baciarla. Ad un tratto il risveglio, il grande risveglio, il folle risveglio. Eccitante, luminoso, sexy, frizzante, unico… La pietra diventa fuoco, il legno diventa carne, i camerieri dei cavalieri, le cameriere delle fate, i cuochi degli orchi".
Queste le parole del polivalente designer Philippe Starck per descrivere il nuovo Hotel Le Meurice.
Aperto a Parigi nel 1835 da Augustin Meurice, per offrire ai clienti inglesi lo stesso confort e le stesse comodità a cui erano abituati in patria, l’Hotel Le Meurice, vive dall’arrivo della sua nuova direttrice Franka Holtmann una nuova era. Il risveglio grazie anche alla collaborazione del designer Philippe Starck è ispirato a Salvador Dalì, ospite e fedelissimo dell’Hotel. Delicatamente onnipresente, il suo genio si mesce sapientemente con lo spirito del designer francese. Un melange di pezzi unici; il tavolino Escarpin, la lampada Muletas, la poltrona Aîlé, la sedia Enfant Idéale del Maestro spagnolo conversano con il Miroir Givré (lo specchio di ghiaccio) e il Cheminée de bougies (il caminetto di candele) di Starck.
Ma quello che più colpisce chi dimora “a casa lontano da casa” è l’arte di vivere alla parigina. Andare a spasso in bicicletta è la moda del momento da quando la Vélib del sindaco Bertand Delanoe ha invaso Parigi. E l’hotel di Rue de Rivoli e del Jardin des Tuileries ha creato la propria bicicletta. Ha preso la meglio delle due ruote, l’olandese, comoda per lei e per lui; l’ha decorata con i propri colori, verde ceruleo e oro; l’ha dotata di un grande cesto di vimini, pompa, lucchetto e caschetto. I clienti ne possono beneficiare a qualsiasi ora e in tutta libertà. Per pedalare nei luoghi negati alle vetture, per fare shopping o più tradizionalmente per fare un veloce picnic al Pont des Arts, il ponte di legno che domina l’Ile de la Cite.
A casa, pardon, in hotel li aspetta la cucina Tre stelle Michelin dello Chef Yannick Alléno. Pensare sempre a ciò che piace, ecco la sola regola che accompagna le pietanze della tipica tradizione parigina. Vietato alzarsi da tavola prima di essersi “ingioiati” con la Pomme d’amour, una pregiatissima sfera alla fragola e cioccolato bianco, profumata al gelsomino e ricoperta di scaglie di mandorle zuccherate; lo Chef Patissier Camille Lesecq potrebbe rimanerci male altrimenti.
E poi via a godersi il tramonto sulla Terrasse della suite Belle etoile. 360 gradi di veduta. Tra le più emozionanti di Parigi. Da una parte i Jardins, il Louvre, la Tour Eiffel e gli Champs-Élysées fino all’Arco di trionfo. Dall’altra parte Place Vendome, l’Opéra Garnier e il Sacro Cuore.
Ma prima di coricarsi, un wisky o un più delicato rosolio al 228, il bar situato al piano terra dell’hotel. Una alcova di stile inglese con grosse poltrone in cuoi scuro dominata da un grande affresco d’epoca che raffigura le feste campestri al castello di Fontainebleau. Sedetevi sul grande divano adagiato dinnanzi al caminetto delle candele. Un senso di appagamento vi sorprenderà in pochi istanti. Sogni d’oro!

Hôtel Le Meurice
228 rue de Rivoli - 75001 Paris - France - Tél. : 01 44 58 10 10 - Fax : 01 44 58 10 15

My private boat a Parigi


Godersi Parigi da una prospettiva totalmente differente, comodamente rilassati, inebriati dalla brezza e dalle bollicine di uno champagne? Avete due possibilità. Potete prendere uno dei tanti bateux mouches attraccati sulla Senna come quelli di Pont Neuf o di Pont de l’Alma. Seggiole non particolarmente comode, vociare di piccoli barbari urlanti travestiti da scolari, lo psicopompo delle Senna vi traghetterà per due ore da Pont d’Iéna, proprio sotto la Tour Eiffel, alla punta sud dell’Ile Saint Louis. L’alternativa?
Chiamate il Plaza Athenée Paris sussurrando il giorno del vostro arrivo e queste tre semplici parole: “My private boat”. Avrete la possibilità di soggiornare in una delle strepitose suite dell’hotel di 25 Avenue Montaigne. E la Senna? Quando ne avrete voglia basterà ripetere al vostro concierge le parole “My private boat”. Verrete immediatamente accompagnati sui divanetti del vostro Riva, attraccato a poche decine di metri sulla rive droite della Senna. Una bellissima hostess, o steward a seconda dei desideri, vi servirà un calice di champagne e piccole sculture di cioccolato, fragola o pistacchio del celeberrimo pasticcere Christophe Michalak onoreranno il vostro palato. Il comandante vi svelerà i segreti e gli aneddoti più curiosi del bacino parigino. Nessun rumore se non l’idilliaco suono delle acque del fiume che con fare materno coccoleranno lo scafo sapientemente modellato da italiche mani.
Consiglio di sussurrare le tre paroline magiche “My private boat” a poco più di un’ora dal tramonto. La Panacea delle emozioni verrà servita ai vostri occhi con una delicatezza ed una intensità tale che il vostro spirito ne beneficerà eternamente . Potrete vivere questa esperienza solo fino al 15 di ottobre.

Il était une fois le palace de demain…
Hôtel Plaza Athénée - 25 avenue Montaigne - 75008 Paris - Tél : 01 53 67 66 65

sabato 10 maggio 2008

Oh! Chapeau – restaurant Coréen à Paris


Dopo quasi una settimana d'evangelizzazione sulla bontà e leggerezza della cucina coreana ho messo piede al ristorante coreano Oh! Chapeau di Parigi. Al 4 di rue Petit Moine, una traversa della più vivace Avenue des Gobelins, il ristorante sembra appena uscito da una rivista degli anni 60. Ambiente minimalista, originale, arredamento molliniano (vedi style di Carlo Mollino), macchina del caffè e macinato Illy, affiche sponsorizzate dall’ente del turismo coreano, il tutto opacizzato da una flebile musica lirica. Nell’insieme non è un posto in cui ci porterei clienti o potenziali fidanzatine, a meno di volerle scaricare, ma per un pranzo veloce il ristoro è più che decoroso. Abbiamo ordinato, io e la persona che era con me, due porzioni di raviolis grillés e crepe coréenne, un BULGOGI e un DOLSOTBIBIMBAP. Fatemi spiegare meglio i piatti. I ravioli sono né più né meno di quelli che si possono mangiare in un ristorante cinese, mentre le crepe coreane sono una sorta di polpette di patate e verdure. Poco dopo questi due antipasti il proprietario del locale, catapultato anche lui dagli anni 60, arriva con una sorta di mini braciere a gas, il tanto nominato barbecue coréen. Tanto nominato dall’evangelista che mi ha perseguitato una settimana raccontandomi le prodezze della cucina coreana. Torniamo al barbecue. Sulla piastra in ghisa viene disposta la carne di vitello tagliuzzata finemente come carne trita. Terminata la cottura, la carne viene intinta in una salsa di soia speciale e mangiata insieme al riso bollito. Di contorno cavolo e cetriolo piccante, germogli di soia, e altre verdure coreane a me sconosciute. Una pietanza gustosa e leggera che pero sconsiglio nel caso abbiate trai commensali, persone che non amano la vista della carne cruda e sanguinolenta. Di tutt’altro aspetto il dolsotbibimbap. Una marmitta rovente (provato con mano) contenente riso, verdure, funghi, carne trita (cotta) decorata con un tuorlo d’uovo crudo nel centro. Appena viene servita bisogna prendere il cucchiaio e con destrezza amalgamare bene tutti gli ingredienti e condire a piacimento con la salsa di soia. L’aspetto non è dei migliori ma il sapore è decisamente delicato. Anche questa volta avendo visto il cartello Illy mi sono fatto prendere dalla mia italianità ordinando un caffè. Avrei dovuto accontentarmi del buonissimo the verde coreano servito insieme alle portate.
Locale da provare, a pranzo, come ottima alternativa ad un bistrot o ad un fast food. Si spende poco e si mangia discretamente.

Menu da 19 euro
The verde 3 euro
Caffè Illy 2,50 euro
Totale 43,50 euro

4, rue du Petit Moine, 75005 Paris (metro linea 7, Les Gobelins)

Quick - Paris Gare du Nord: quanta informazione!


Se siete maniaci dell’informazione dovete ordinare un pasto veloce da Quick, Quality Burger Restaurant, la catena francese di fast food. Il treno della persona che aspettavo era in ritardo di 40 minuti, la fame avanzava inesorabile e allora ho pensato di placarla con un velocissimo sandwich dalle fattezze a stelle e strisce. Per 6 euro e 10 centesimi a meno di 5 minuti dal mio ingesso nel restaurant (ore 21,52) mi viene consegnato il mio menù. La sorpresa? Lo scontrino. Ho scoperto che mi ha servito la Signorina Jing salariée n°52, che il mio è stato il pasto n°6.220 ma soprattutto che per andare alla toilette il mio codice è A511B. Niente panino, niente codice... niente pipì!

giovedì 8 maggio 2008

Picnic in centro a Parigi: Pont des Arts


Il picnic a Parigi è un’istituzione. Gli ingredienti essenziali sono: sole (evento raro nella Parigi dell’ottavo anno del nuovo millennio), una temperatura di almeno 18 gradi, uno spazio non percorso da macchine (fortunatamente c’è l’imbarazzo della scelta) e almeno due ore di tempo libero. Al Parco des Buttes Chaumont, al Jardin des Tuileries, alle pendici della Tour Eiffel, al Jardin du Luxembourg, qualcuno ipotizza anche al cimitero di Père Lachaise tra i ricordi marmorei di Jim Morrison, Marcel Proust e Moliere, l’importante è avere voglia di farsi accarezzare dal sole. Ma chi volesse banchettare sulle acque della Senna non può non fare tappa al Pont des Arts. Un recentissimo ponte di legno accessibile da Quai de Conti (rive gauche) o da Quai François Mitterand (rive droite). La vista è superba. Seguendo lo scorrere delle acque avrete alle vostre spalle l’Ile de la Cité, a sinistra l’Ecole Superieure des Beaux Arts del 6°arrondissement, di fronte la Tour Eiffel e a sinistra nel 1°arrondissement il Louvre. Praticamente nel centro della Ville Lumiere. Più branché di così c’è solo il picnic nel giardino del Ritz, 15 Place de Vendôme. ESCLUSIVISSIMO

Il fantasma dell’Hotel de Ville


Dopo quasi un secolo Gaston Leroux ne avrebbe di che scrivere! Il reporter e romanziere parigino che elaborò nel 1910 Le Fantôme dell’Opera troverebbe nei corridoi che collegano la linea 1 alla linea 11 della Metro fermata Hotel de Ville centinaia e centinaia di scritte. Versi e poi versi di poesie buttate giù in matita con tratto da pittore impressionista. Parole che decorano finemente e con cura maniacale le affiche pubblicitarie di grande formato. Sconosciuto però l’autore, l’artista, il poeta. Gli addetti della pubblicità della RATP che settimanalmente installano i giganteschi promemoria del consumismo di massa dicono di non conoscere la mano malfattrice. Nemmeno il manganello dell’intollerante polizia della metro ha mai bacchettato la mano criminale. Molti però, di quelli che la metropolitana la vivono, si fermano per leggere qua e là i versi che animano come linfa i manifesti policromi dei prodotti. Un diversivo, un break, un gazzettino del surreale che giorno dopo giorno aiuta i clienti della carta “navigo” a far viaggiare il proprio spirito.
Chissà se questo nuovo Keith Haring della poesia del XXI secolo darà prima il La a qualche romanziere in erba o a qualche cineasta francese per continuare a farci sognare.

venerdì 2 maggio 2008

Tutti pazzi per Caterina (Murino)


Ne scrive Figaro Scope, si trovano articoli su Le Monde, una pagina su Metro France, L’Express dà prova di conoscerla. La stampa francese celebra con fiumi di colonne la sua (pardon) la nostra Caterina Murino. La giovane attrice sarda dal perfetto francese, conta a partire da L’Enquête corse del 2004 una dozzina di film Frabriqué en France. La “superbe brune”, come la definisce Marie-Noelle Tranchant giornalista de Le Figaro, è in questi giorni presente in duplice veste: francese nel film italiano Ciao Stefano e italiana nel film francese Le Grand Alibi adattamento cinematografico del regista Pascal Bonitzer dal romanzo di Agata Christie.
Sbeffeggiando la consuetudine che vede tutte le James Bond girl sparire dalla circolazione poco dopo l’uscita del film, la seduttrice di Daniel Craig in Casino Royale, la nuova Monica Bellucci, come la definiscono qui a Parigi, ottiene ruoli più belli in Francia e all’estero che in Italia. E a dirlo è la stampa francese. Nowhere, Il regalo di Anita, L’Amour aux trousses, Les Bronzés 3 amis pour la vie e presto Made in Italy, che uscirà in Francia all’inizio di Giugno e The Garden of Eden. Qualcosa però sembra muovervi nell’italica patria e speriamo che dopo queste ultime esperienze cada, almeno per lei, il nefasto detto dei Vangeli di Matteo Marco Giovanni e Luca “nemo propheta in patria [sua]”. Intanto grazie ai successi d’oltralpe il regista Gianni Zanasi ha affidato alla grande capacità d’improvvisazione della Murino il personaggio seppur marginale di Nadine, la call-girl francese di cui si innamora lo sprovveduto Stefano in Ciao Stefano appunto.